''Lo sparviero'', vita e gesta di Patrizio Oliva
Venerdì 28 novembre Noci ha avuto il privilegio di accogliere nel chiostro delle Clarisse il campione del mondo di Boxe, Patrizio Oliva, nell'ambito del tour nazionale di presentazione della prima fatica letteraria dell’atleta, dal nome “Lo sparviero”. In apertura Francesca Gigante, responsabile del settore eventi Noci2020, dopo aver ringraziato il pubblico e le numerose autorità locali presenti ha lanciato un video di riassunto di alcune delle imprese più memorabili del campione: un momento di indubbio impatto emotivo che ha introdotto nel vivo della serata.
Patrizio Oliva accompagnato dal nipote Fabio Rocco Oliva, è subito sembrato molto disponibile rispetto alle sollecitazioni di Mario Valentino, giornalista di Repubblica ed alle domande del numeroso pibblico intervenuto. “Ho affidato la biografia a mio nipote Fabio. Lui si è occupato della stesura dell’opera.” Dalle prime parole dell’autore, si ben comprende come ‘lo sparviero’ sia l’immagine che meglio rappresenta la sua storia, la sua personalità. Quella leggiadria con cui, senza remore né fissando traguardi ultimi, punta sempre verso nuove mete. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980, Campione d'Europa nel 1978, solo 5 sconfitte a fronte di 160 match. Il K.O il momento più desolante, ma al contempo il più formativo per un atleta. Nel libro si legge di un atto di superbia, costatogli caro: “ero convinto di vincere, proprio questa convinzione ha determinato il mio primo KO.” ha dichiarato Oliva” Il consiglio è quello di mantenere sempre i piedi per terra e dinanzi ad una sconfitta non scoraggiarsi, capire dove si è sbagliato e ripartire”.
Sulla convinzione ormai radicata nella società odierna che Boxe sia sinonimo di violenza, Oliva commenta “La Boxe è uno degli sport più educativi. Non si è mai sentito di un pugile che abbia picchiato qualcuno per strada. Sul ring ci insegnano valori nobili, quali la lealtà e il rispetto. La Boxe trasmette autostima ai deboli ed educa i violenti.” Mutuando le parole di Virgilio, Oliva definisce il combattimento un’arte. “Un’arte elegante ed armonica che mi ha intrigato”. Ampio spazio è lasciato nell’opera al racconto dei primi approcci alla Boxe “Vidi una foto di mio fratello Mario con i guantoni, di lì mi documentai, seguii match in diretta tv, finchè un giorno cominciai ad allenarmi in uno scantinato mesto, infestato da topi, dando i primi pugni ad un sacco. Sono un amante del bello...e in quel gesto colsi un’innata bellezza.”
All’amore per la Boxe fa da sfondo il contesto familiare difficile, la morte prematura del fratello Ciro e la volontà di riscattarsi, fino alle grandi vittorie, alla fama internazionale e all’incontro con la sua attuale moglie. Ciò che ha più colpito di Oliva è, sicuramente, la sua poliedricità. Dal pugilato alla musica, sino alla nuova esperienza teatrale, “Il teatro mi appassiona molto, sono in tournée con lo spettacolo “2 ore all’alba”, in cui interpreto un insolito Pulcinella”. Interrogato sulla criminalità diffusa tra i ragazzini della sua Napoli, Oliva ha così commentato “Leggere i classici latini o greci, aiuterebbe a meglio comprendere i significati profondi e i veri valori della vita.”
Sul finale l’autore è stato omaggiato dal presidente del consiglio comunale Stanislao Morea di un album contenente le immagini di alcune delle opere più belle conservate nelle chiese nocesi.